“Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili”.
La pazza gioia di Paolo Virzì e’ un film divertente e tragico, originale e delicato. E la bravura di Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti è veramente da wow.
Una sceneggiatura splendida, un ritmo perfetto.
La storia di due donne fragili e bisognose d’amore: diverse ma entrambe convinte di essere “nate tristi“.
Beatrice Morandini Valdirana, contessa con ombrellino parasole e lessico forbito e camicie da notte La Perla, e Donatella Morelli, ballerina del Seven Apples magra silenziosa e tatuata, si conoscono a Villa Biondi, casa di cura del pistoiese, intrecciano le loro storie non così improbabili e si legano in un’amicizia colorata e chiassosa.
Di Beatrice e Donatella ne ho conosciute tante, in ufficio, in università, in palestra.
Altro che casa di cura.
Donne con padri minchiarili, madri anaffettive, situazioni economiche complesse, compagni ciddoni.
Donne intelligenti e profonde e naïf che hanno solo bisogno d’amore ma che troppo spesso non sanno chiedere aiuto.
E quando Donatella, tatuata (!), coi capelli blu (!), un desiderio folle di maternità (!), un padre che ama e da cui non riceve affetto (!) stringe la sua torcia di notte, ho pensato alla mia lucina di emergenza Barbapapà e al fatto che nella vita bisogna avere proprio culo.
A incrociare gli occhi giusti e a sapersi affidare.
A non aver paura di chiedere un abbraccio.
E neanche delle parole “psichiatra” o “benzodiazepine”.
Non abbiate paura di mostrare le lacrime, le paure, le imperfezioni, le debolezze.
Prendete moschettone, corda, imbragatore e aggrappatevi a chi vuole aiutarvi.
Che la vita è breve e appesa a un filo e tempo per essere tristi non ce ne è!
la disarmante bellezza della follia.
Bellissime parole, le tue. Mi hai emozionata.
Em
Grazie, è sempre bello riuscirci.