Ieri sono stata al primo appuntamento delle Lectio Magistralis di fotografia e dintorni organizzate da AFIP e CNA (qui i dettagli e i prossimi incontri) e c’era Gianni Berengo Gardin che ha raccontato le sue fotografie ed anche la sua vita.
Posto che non credo servano le presentazioni, ciò che mi ha davvero affascinata è stata la lucidità puntuale dei suoi 83 anni, la meticolosità dei suoi racconti, la precisione della sua memoria, la sua ironia così attuale, le sue prese di posizione decise e convinte.
Ha raccontato della sua amicizia con Willy Ronis e di quando Henri Cartier-Bresson gli ha scritto “Con amicizia e ammirazione” come dedica su un suo libro: “la mia vita sarebbe potuta finire lì, con l’ammirazione di Henri Cartier-Bresson“.
Non ha solo scattato foto. Non ha solo raccontato emozioni.
Ha fatto reportage. Ha contribuito a svolte importanti. Ha espresso la sua opinione, il suo punto di vista sulle cose.
E come lui stesso ha detto stasera, ha avuto fortuna.
Perchè “senza botte di culo la metà di questi scatti non sarebbero stati possibili“.
1.500.00 foto in archivio
285 servizi
250 mostre
1 foto in digitale
e una avversione per Photoshop.
Ha ripercorso i temi della sua mostra Storie di un fotografo che fino all’8 giugno è a Palazzo Ducale a Genova.
Partendo dai baci, che quando è arrivato a Parigi negli anni ’50 non gli sembrava vero che tutti potessero baciarsi per strada.
Questa l’ha scattata un’ora dopo essere arrivato ventenne nella ville lumière.
E gli zingari.
Con i quali ha vissuto per alcuni brevi periodi per conoscerli meglio.
E tra i quali ha trovato incredibili artisti.
Ci ha mostrato la sua foto più famosa.
“Ed io non capisco perchè abbia così successo. A me fa piacere ma l’unica cosa straordinaria di questa foto è che mi trovavo in Scozia e lì le persone amano davvero la natura, non come noi. E questa coppia era lì ferma con la bufera ad osservare il mare”.
E condiviso il retroscena di questa, che non ritrae la scena di un delitto ma semplicemente una modella esausta che, dopo ore di pose, si era lanciata per terra per la stanchezza.
E le immagini dei suoi 15 anni accanto agli operai della Olivetti.
E di come sia diventato comunista (e di quanto non sopporti Berlusconi dalla notte dei tempi)
E poi Luzzara.
E anche Taranto.
Le sue pochissime (5!) foto in posa, come questa, in cui i passeggeri del treno sono suoi amici.
E la sua unica foto in digitale, scattata sotto casa sua.
Ancora baci.
E infine il suo reportage contro i “mostri” che invadono Venezia.
Insomma, storie, emozioni, risate.
E io ci metterei 1.500.000 firme per arrivare a 83 anni così.
Chiudo con la mia preferita. Per me in questo scatto c’è proprio tutto.
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