E’ iniziato il Photofestival 2014.
E oggi c’era il sole di luglio.
E Ale mi ha proposto una pausa studio in Vespa.
E io non potevo dire di no.
E allora ho preso la macchina fotografica, messo il Voltaren (da sola) sulle spalle e via.
Siamo stati alla Galleria Carla Sozzani a vedere la mostra delle fotografie di Charlotte Perriand, architetto e designer francese che ha collaborato con Le Corbusier e Pierre Jeanneret.
Durante i suoi viaggi ha scattato delle foto di sezioni di tronchi, di palazzi, di ossa di animali, di teschi, di piazze, di anziani.
Spunti originali considerato che le foto sono state scattate più di 70 anni fa.
In ogni caso, la Galleria Sozzani merita sempre.
Anche solo per una mezz’ora di sollazzo sul roof garden.
Abbiamo fatto due passi fino a Piazza Gae Aulenti e mangiato da RED.
Guardato in alto, in basso, intorno.
E questa piazza a me fa girare la testa.
Mi fa venire le vertigini e mi schiaccia.
E mi piace da matti.
Ci sono delle cose che no, nun ce siamo, tipo il chiringuito accanto ai biliardini con la musica tunzettù alle tre del pomeriggio.
E i miei dubbi su chi e quando comprerà gli appartamenti del bosco verticale che si vede appena giri l’angolo.
Pero’ bisogna ammetterlo, questa parte nuova di Milano ha il suo fascino.
Ancora in Vespa, fino al Castello Sforzesco.
Un giro alla mostra di Luca Beltrami che pero’ proprio non era il nostro genere.
E allora pronti via, people watching a manetta.
E devo dire che abbiamo avuto grandi, grandissime soddisfazioni.
Come ad esempio:
a) donna che costringe povero uomo con pashmina a immortalarla davanti a laghetto artificiale
b) medesima donna che costringe medesimo ormai sudatissimo uomo con pashmina ad immortalarla tra due uccelli
L’unica che per me aveva il diritto di mettersi in posa era questa nana sudamericanzz.
Due passi in Triennale, giusto il tempo per assistere a scena di signora anziana in carrozzella che non poteva accedere alla mostra Identità Milano (grrr, ve possino).
E poi una centrifuga carota, mela, zenzero al sole davanti all’Arco della Pace.
Ale, io devo studià, portami a casa.
Ale, riportami in Vespa.
Prestissimo.
Notte. Che poi, è sempre magico leggerti.
Notte. Supermagggica.
Supermagggica la notte?