Mi sono ritrovata per caso a leggere questo articolo sul sesso nelle parole delle donne.
E ho riletto un paio di volte le parole di Zadie Smith.
“Non è che gli ippopotami dicano: «Sì, è stato bello ma con quell’altro ippopotamo è una cosa straordinaria». L’extra in più che gli esseri umani creano è interamente mentale: uno stato d’animo e una creazione del linguaggio. Non riesco a credere che ci sia una tale differenza qualitativa nell’indispensabile sensazione che può dare un pene che entra in una vagina (o qualsiasi altra varietà di genitale). Gli uomini, a differenza degli ippopotami, sono feticisti e l’extra è il linguaggio”.
E ho pensato a quali potessero essere le mie, di parole.
Effettivamente, a meno che uno non abbia proprio il famigerato accendino BIC nei boxer, è proprio così.
La verità è che non si tratta di differenza qualitativa.
La differenza – come dice un uomo con un ciuffo importante – è “essere presenti”.
E’ aggredirsi e graffiarsi e intrecciarsi.
E’ stringersi fino a togliere il respiro.
E’ rotolarsi, guardarsi negli occhi, baciarsi, baciarsi, baciarsi.
Odio quelli che fanno l’amore senza baciarsi.
Anche se è una notte sola, che ci siano i baci.
Che ci siano le carezze, che si prendano le labbra con le mani, che si prenda una barba con le mani.
Che si sorrida e si rida.
Che fare l’amore è la cosa più bella del mondo.
Ridete!
Che ci si cerchi, che non ci si sazi.
Che ci si addormenti e ci si svegli nel cuore della notte.
Che ci si risvegli la mattina all’alba cercandosi ancora.
Che si interrompano le colazioni, i pranzi, le cene, le preparazioni delle cene.
Che ci sia la musica. E il silenzio. E le grida.
Il buio pesto. E poi la penombra. E poi anche la luce.
Una sedia, una poltrona, un lavandino, un divano, il pavimento.
Un letto.
Che alla fine il letto è il posto più bello del mondo.
E le evoluzioni da palestra non sono necessarie.
Che se vi dovete allenare c’è il tapis roulant.
Bastano le braccia forti, i gesti decisi.
E poi lunghi sguardi immobili.
Che non ci sia vergogna.
Nel raccontarsi, nell’abbandonarsi, nell’offrire i propri desideri.
Che ci si fidi.
Che cadano i vestiti, anche i miei.
Ed anche le paure e le insicurezze.
Che si dimentichino il passato, i dolori, le ansie.
Il letto sfatto, i vestiti per terra, apro la finestra che non c’è più aria.
E sì, l’extra è il linguaggio.
tutto bello. tranne quella cosa di una notte.
Bello, davvero bello, come non condividere.
❤
Reblogged this on edisimo's Blog.
E pensare che per farlo bene, basterebbe solo la testa. E tutto muta.
Magari il giusto giro di note su una semplice chitarra.
Notte.
Cheatin’ man – anthony david